Processo amministrativo: inammissibile il ricorso collettivo se le posizioni dei ricorrenti non sono identiche

In tema di processo amministrativo, ai fini dell'ammissibilità del ricorso presentato da una pluralità di soggetti con un unico atto (ricorso collettivo), è necessario che: a) le domande giudiziali siano identiche nell'oggetto, ossia concernano i medesimi atti e rechino le medesime censure; b) le posizioni sostanziali e processuali dei ricorrenti siano del tutto omogenee e sovrapponibili; c) questi non versino in condizioni di neppure potenziale contrasto. ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: CdS, sez. IV, sentt. nn. 344/2025, 6913/2022 e 5719/2018; sez. VI, sentt. nn. 3902/2021 e 3705/2018; sez. VII, sent. n. 2882/2022; TAR Lazio, sez. III, sent. n. 10918/2021; TAR Lombardia, Brescia, sez. I, sent. n. 190/2020; TAR Toscana, sez. I, sent. n. 20/2024.

TAR Lombardia, sezione IV, 17 luglio 2025, n. 2705

Appalti pubblici: è legittima la clausola del disciplinare di gara che prevede l'esclusione dell'operatore economico che non presenta il progetto di assorbimento del personale

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, è legittima la previsione del disciplinare di gara la quale stabilisce l'esclusione dell'operatore economico che abbia omesso di allegare all'offerta tecnica il progetto di assorbimento del personale uscente, quale strumento operativo per la verifica dell'adesione alla clausola sociale ex art. 57 del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»).

TAR Campania, sezione V, 14 luglio 2025, n. 5288

Diritto penale: la violazione delle norme penali a tutela dell'ambiente costituisce reato anche se motivata da esigenze straordinarie o di pubblica utilità

In tema di reati ambientali: a) il principio di legalità in materia ambientale impone il rispetto assoluto delle norme poste a tutela del bene ambiente, a prescindere dalla natura pubblicistica o urgente dell'intervento; b) la violazione delle norme penali a tutela dell'ambiente costituisce reato anche se motivata da esigenze straordinarie o di pubblica utilità (fattispecie riguardante la gestione e conduzione, in assenza della prescritta autorizzazione, di un impianto di depurazione dei reflui fognari di un Comune).

Corte di cassazione, sezione III penale, 12 giugno 2025, n. 24717 (dep. 7 luglio 2025)

Procedura penale: la parte civile che non ha proposto ricorso immediato può appellare ai soli effetti civili le sentenze di proscioglimento emesse dal giudice di pace anche per reati puniti con la sola pena pecuniaria o con pena alternativa

In tema di procedura penale, la parte civile che non ha chiesto la citazione a giudizio dell'imputato [art. 21 d.lgs. 28 agosto 2000, n. 274 («Disposizioni sulla competenza penale del giudice di pace, a norma dell'articolo 14 della legge 24 novembre 1999, n. 468»)] è legittimata a proporre appello ai soli effetti della responsabilità civile avverso le sentenze di proscioglimento emesse dal giudice di pace anche in relazione ai reati puniti con la sola pena pecuniaria o con pena alternativa.

Corte di cassazione, sezioni unite penali, 30 gennaio 2025, n. 23406 (dep. 23 giugno 2025)

Diritto penale: il giudice penale ha il potere-dovere di disapplicare l'atto amministrativo incidente su diritti soggettivi (come la revoca della patente di guida) adottato sulla base di una disposizione legislativa poi dichiarata incostituzionale

Il giudice penale ha il potere-dovere di disapplicare atti amministrativi che incidono su diritti soggettivi (costituendoli, modificandoli o estinguendoli, ovvero rimuovendo ostacoli al loro esercizio), allorquando tali atti siano stati adottati sulla base di una disposizione legislativa poi dichiarata costituzionalmente illegittima (fattispecie riguardante un provvedimento di revoca della patente di guida).

Corte di cassazione, sezione I penale, 29 maggio 2025, n. 22663 (dep. 17 giugno 2025)

Procedura penale: spetta al Ministro della giustizia, e non all'autorità giudiziaria, sospendere l'estradizione dello straniero che deve scontare una pena nel nostro Paese

In tema di procedura penale, spetta al Ministro della giustizia, e non all'autorità giudiziaria, sospendere l'esecuzione dell'estradizione del cittadino straniero che debba espiare una pena in Italia.

Corte di cassazione, sezione VI penale, 17 febbraio 2025, n. 21242 (dep. 5 giugno 2025)

Protezione internazionale: la designazione di un paese terzo come "paese di origine sicuro" deve poter essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo

La Corte di giustizia UE ha dichiarato che: 1) gli artt. 36 e 37 nonché l'art. 46, § 3, della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale, letti alla luce dell'art. 47 CDFUE, devono essere interpretati nel senso che: a) essi non ostano a che uno Stato membro proceda alla designazione di paesi terzi quali paesi di origine sicuri mediante un atto legislativo, a condizione che tale designazione possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale vertente sul rispetto delle condizioni sostanziali di siffatta designazione, enunciate all'allegato I a detta direttiva, da parte di qualsiasi giudice nazionale investito di un ricorso avverso una decisione concernente una domanda di protezione internazionale, esaminata nell'ambito del regime speciale applicabile alle domande presentate dai richiedenti provenienti da paesi terzi designati come paesi di origine sicuri; b) lo Stato membro, che designa un paese terzo come paese di origine sicuro, deve garantire un accesso sufficiente e adeguato alle fonti di informazione di cui all'art. 37, § 3, di tale direttiva, sulle quali si fonda tale designazione, accesso il quale deve, da un lato, consentire al richiedente protezione internazionale interessato, originario di tale paese terzo, di difendere i suoi diritti nelle migliori condizioni possibili e di decidere, con piena cognizione di causa, se gli sia utile adire il giudice competente e, dall'altro, consentire a quest'ultimo di esercitare il proprio sindacato su una decisione concernente la domanda di protezione internazionale; c) il giudice nazionale investito di un ricorso avverso una decisione relativa a una domanda di protezione internazionale, esaminata nell'ambito del regime speciale di esame applicabile alle domande presentate dai richiedenti provenienti da paesi terzi designati come paesi di origine sicuri, può, qualora verifichi, anche solo in via incidentale, se tale designazione rispetti le condizioni sostanziali di siffatta designazione, enunciate all'allegato I a detta direttiva, tener conto delle informazioni da esso stesso raccolte, a condizione, da un lato, di accertarsi dell'affidabilità di tali informazioni e, dall'altro, di garantire alle parti in causa il rispetto del principio del contraddittorio; 2) l'art. 37 della direttiva 2013/32, letto in combinato disposto con l'allegato I a tale direttiva, dev'essere interpretato nel senso che esso osta a che uno Stato membro designi come paese di origine sicuro un paese terzo che non soddisfi, per talune categorie di persone, le condizioni sostanziali di siffatta designazione, enunciate all'allegato I a detta direttiva (domande di pronuncia pregiudiziale proposte dal Tribunale di Roma).

Corte di giustizia UE, grande sezione, 1° agosto 2025

Fisco: la normativa italiana che tassa, in misura superiore al 5% del loro importo, i dividendi che gli intermediari finanziari percepiscono, in quanto società madri, dalle società figlie con sede in altri Stati UE contrasta col diritto dell'Unione

L'art. 4 della direttiva 2011/96/UE del Consiglio, del 30 novembre 2011, concernente il regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi, dev'essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale (come quella italiana) mediante la quale uno Stato membro che ha scelto il sistema previsto dal § 1, lett. a), di tale articolo può assoggettare a imposizione, in misura superiore al 5% del loro importo, i dividendi che gli intermediari finanziari residenti in tale Stato membro percepiscono, in quanto società madri ai sensi di detta direttiva, dalle loro società figlie residenti in altri Stati membri, anche nel caso in cui tale imposizione venga realizzata mediante un'imposta che non è un'imposta sui redditi delle società, ma che include nella sua base imponibile tali dividendi o una loro frazione (domande di pronuncia pregiudiziale proposte dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia).

Corte di giustizia UE, quarta sezione, 1º agosto 2025

Diritto UE: i lodi del Tribunale arbitrale dello sport devono poter essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo

L'art. 19, § 1, secondo comma, TUE, in combinato disposto con l'art. 267 TFUE e con l'art. 47 CDFUE, dev'essere interpretato nel senso che esso osta a che: a) l'autorità di cosa giudicata sia conferita a un lodo del Tribunale arbitrale dello sport (TAS) nel territorio di uno Stato membro, nei rapporti tra le parti della controversia nell'ambito della quale tale lodo è stato emesso, nel caso in cui tale controversia sia connessa all'esercizio di uno sport in quanto attività economica nel territorio dell'Unione europea e la conformità di detto lodo ai principi e alle disposizioni che fanno parte dell'ordine pubblico dell'Unione non sia stata previamente controllata, in modo effettivo, da un giudice di tale Stato membro, legittimato ad adire la Corte in via pregiudiziale; b) a un siffatto lodo sia conferito un valore probatorio, in conseguenza di tale autorità di cosa giudicata, nel territorio dello stesso Stato membro, nei rapporti tra le parti di detta controversia e i terzi.

Corte di giustizia UE, grande sezione, 1º agosto 2025

Procedura civile: la mancata traduzione italiana degli atti prodromici al processo (come la procura alle liti) redatti in lingua straniera non è causa di nullità

In tema di atti processuali: 1) la traduzione in lingua italiana della procura speciale alle liti e dell'attività certificativa, sia nelle ipotesi di legalizzazione sia ai sensi della Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961 e della Convenzione di Bruxelles del 25 maggio 1987, non integra un requisito di validità dell'atto, sicché la sua mancanza non dà luogo a nullità; 2) ai sensi degli artt. 122 e 123 c.p.c., la lingua italiana è obbligatoria per gli atti processuali in senso proprio, e non anche per gli atti prodromici al processo (quali, in particolare, gli atti di conferimento di poteri a soggetti processuali: procura alle liti, nomina di rappresentanti processuali, autorizzazioni a stare in giudizio e correlative certificazioni), che pertanto, se redatti in lingua straniera, devono ritenersi validamente prodotti, avendo il giudice la facoltà, ma non l'obbligo, di nominare un traduttore, del quale può fare a meno allorché sia in grado di comprendere il significato di quegli atti oppure non vi siano contestazioni sul loro contenuto o sulla loro traduzione giurata allegata dalla parte.

Corte di cassazione, sezioni unite civili, 2 luglio 2025, n. 17876

Lavoro: il diritto del lavoratore al riposo in occasione delle festività infrasettimanali non è indisponibile

Il diritto soggettivo del lavoratore di astenersi dalla prestazione in occasione delle festività (civili e religiose) infrasettimanali non è indisponibile, potendo il lavoratore stesso rinunciarvi per mezzo di un accordo individuale col datore di lavoro oppure di accordi stipulati da organizzazioni sindacali cui abbia conferito esplicito mandato.

Corte di cassazione, sezione lavoro, 28 giugno 2025, n. 17383

Cittadinanza: non è incostituzionale l'art. 1, comma 1, lett. a), l. 91/1992, là dove non prevede alcun limite all'acquisizione della cittadinanza iure sanguinis

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dai Tribunali di Roma e di Milano in riferimento all'art. 3 Cost. - dell'art. 1, comma 1, lett. a), della l. 5 febbraio 1992, n. 91 («Nuove norme sulla cittadinanza»), là dove - nello stabilire che «[è] cittadino per nascita [...] il figlio di padre o di madre cittadini» - non prevede alcun limite all'acquisizione della cittadinanza iure sanguinis.

Corte costituzionale, 31 luglio 2025, n. 142

Lavoro: non sono incostituzionali le disposizioni che non hanno incluso i dirigenti nel blocco dei licenziamenti individuali economici dei lavoratori subordinati durante l'emergenza epidemiologica da Covid-19 (dd.ll. 18, 104 e 137/2020)

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dalla Corte di cassazione e dalla Corte d'appello di Catania in riferimento all'art. 3 Cost. - dell'art. 14, comma 2, del d.l. 14 agosto 2020, n. 104 («Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia»), convertito, con modificazioni, nella l. 13 ottobre 2020, n. 126, dell'art. 46 del d.l. 17 marzo 2020, n. 18 («Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19»), convertito, con modificazioni, nella l. 24 aprile 2020, n. 27, e dell'art. 12, comma 10, del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137 («Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19»), convertito, con modificazioni, nella l. 18 dicembre 2020, n. 176, là dove, nello stabilire che il datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, non può recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo ai sensi dell'art. 3 della l. 15 luglio 1966, n. 604 («Norme sui licenziamenti individuali»), non hanno esteso tale disciplina anche ai lavoratori che rivestono la qualifica di dirigenti.

Corte costituzionale, 31 luglio 2025, n. 141

Immigrazione: la "segnalazione Schengen" giustifica ex se il rigetto della domanda di emersione dal lavoro irregolare

In tema di immigrazione, è legittimo il provvedimento che rigetta la domanda di emersione dal lavoro irregolare ex art. 103, comma 1, del d.l. 19 maggio 2020, n. 34 («Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19»), convertito, con modificazioni, nella l. 17 luglio 2020, n. 77, in ragione dell'esistenza di una "segnalazione Schengen" nei confronti del cittadino straniero, trattandosi di atto vincolato. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sent. n. 6901/2021; TAR Abruzzo, Pescara, sent. n. 484/2021; TAR Piemonte, sez. I, sent. n. 18/2023.

Consiglio di Stato, sezione III, 11 luglio 2025, n. 6096

Accesso ai documenti amministrativi: il giudice non può ordinare alla P.A. l'ostensione di atti dei quali l'istante non ha dimostrato l'effettiva esistenza

In tema di accesso ai documenti amministrativi ex lege 7 agosto 1990, n. 241 («Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»), il giudice non può ordinare all'Amministrazione l'ostensione di atti dei quali l'istante non abbia dimostrato - anche solo in via presuntiva o indiziaria - l'effettiva esistenza, allorché questa sia dubbia.

Consiglio di Stato, sezione III, 10 luglio 2025, n. 6037

Processo amministrativo: in sede di translatio iudicii non è ammessa la mutatio libelli

In tema di processo amministrativo, alla parte che intenda giovarsi degli effetti conservativi della translatio iudicii (art. 11 c.p.a.) non è consentito modificare la domanda originariamente proposta dinanzi al giudice dichiaratosi privo di giurisdizione (mutatio libelli).

Consiglio di Stato, sezione IV, 9 luglio 2025, n. 5994

Edilizia e urbanistica: il CGARS ribadisce che l'ordinanza di demolizione dell'immobile abusivo va notificata a tutti i comproprietari

In tema di edilizia e urbanistica: 1) l'omessa notificazione dell'ordinanza di demolizione dell'immobile abusivo a uno dei comproprietari determina l'illegittimità, nei suoi confronti, del successivo provvedimento di accertamento dell'inottemperanza e, nei confronti di tutti, della conseguente acquisizione gratuita dell'immobile stesso al patrimonio comunale; 2) il provvedimento che dispone, ai sensi dell'art. 31, comma 3, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 [«Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)»], l'acquisizione gratuita al patrimonio comunale - oltre che del bene abusivo e dell'area di sedime - dell'area «necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive» dev'essere adeguatamente motivato. ► V. anche, in questa Rivista: 1) CdS, ad. plen., sent. n. 9/2017; sez. VI, sent. n. 2772/2022; CGARS, sent. n. 215/2025; 2) TAR Campania, sez. II, sent. n. 214/2025; TAR Lombardia, sez. II, sent. n. 112/2024.

CGA Regione Siciliana, 9 luglio 2025, n. 530

Diritto penale: non è incostituzionale l'art. 59 l. 689/1981, là dove non consente la sostituzione della pena detentiva nei confronti dell'imputato di uno dei reati di cui all'art. 4-bis l. 354/1975

Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal GUP del Tribunale di Firenze e dalla Corte d'appello di Firenze in riferimento, nel complesso, agli artt. 3, 27, terzo comma, e 76 Cost. - dell'art. 59 della l. 24 novembre 1981, n. 689 («Modifiche al sistema penale»), come sostituito dall'art. 71, comma 1, lett. g), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 («Attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari»), là dove non consente la sostituzione della pena detentiva nei confronti dell'imputato di uno dei reati (cosiddetti ostativi) di cui all'art. 4-bis della l. 26 luglio 1975, n. 354 («Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà»).

Corte costituzionale, 29 luglio 2025, n. 139

Processo amministrativo: la proroga di diritto al primo giorno seguente non festivo ex art. 52, comma 3, c.p.a. vale solo per il termine di scadenza

In tema di processo amministrativo, la proroga di diritto al primo giorno seguente non festivo prevista dall'art. 52, comma 3, c.p.a. opera esclusivamente per il dies ad quem, e non anche per il dies a quo, che cada in un giorno festivo.

TAR Lazio, sezione IV-ter, 11 luglio 2025, n. 13676

Edilizia e urbanistica: l'intervento abusivo va considerato nella sua unitarietà

In tema di edilizia e urbanistica, la valutazione dell'abuso implica una visione complessiva e non atomistica delle opere realizzate, sicché, ai fini del ripristino dello stato dei luoghi, è irrilevante che una o più di esse non necessitino di titolo o siano sanabili.

TAR Sicilia, Catania, sezione II, 10 luglio 2025, n. 2205