Concorrenza: la concessione di aree pubbliche per impianti pubblicitari deve passare attraverso procedure competitive
La concessione, da parte del Comune, di aree pubbliche per l'installazione di impianti pubblicitari richiede l'espletamento di procedure competitive aperte agli operatori economici interessati.
TAR Puglia, Lecce, sezione II, 28 maggio 2025, n. 1012
Pubblica sicurezza: è illegittima la circolare del Ministero dell'interno del 18 novembre 2024 che obbliga i gestori di strutture ricettive a identificare de visu le persone ospitate
È illegittima - per contrasto con l'art. 109 del r.d. 18 giugno 1931, n. 773 («Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza»), per violazione del principio di proporzionalità e per eccesso di potere da carenza di istruttoria - la circolare del Ministero dell'interno, Dipartimento della pubblica sicurezza, 18 novembre 2024, prot. n. 38138, che impone ai gestori di strutture ricettive l'obbligo di identificare de visu le persone ivi ospitate, vietando così il check-in da remoto.
TAR Lazio, sezione I-ter, 27 maggio 2025, n. 10210
Immigrazione: l'intervenuta scadenza del permesso di soggiorno per lavoro stagionale non ne impedisce la conversione in permesso di soggiorno per lavoro subordinato
In tema di immigrazione, l'intervenuta scadenza del permesso di soggiorno per lavoro stagionale non è di per sé ostativa alla possibilità di ottenerne la conversione in permesso di soggiorno per lavoro subordinato ex art. 24, comma 10, del d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286 («Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero»). ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. III, sent. n. 5604/2023; TAR Calabria, Reggio Calabria, sentt. nn. 420/2024 e 818/2023; TAR Emilia-Romagna, sez. I, sent. n. 69/2025; TAR Lazio, Latina, sent. n. 176/2020.
TAR Lazio, Latina, sezione I, 26 maggio 2025, n. 473
Responsabilità amministrativa: l'esercizio sia dell'azione penale sia di quella erariale per i medesimi fatti non viola il principio del ne bis in idem
In tema di responsabilità amministrativa: 1) la costituzione dell'Amministrazione quale parte civile nel giudizio penale, ai fini del risarcimento del danno da essa patito, interrompe il decorso del termine quinquennale di prescrizione dell'azione erariale fino alla conclusione di quel giudizio (anche nell'ipotesi di intervenuta prescrizione del reato); 2) l'azione civile esercitata dall'Amministrazione in sede penale ha ad oggetto l'accertamento del danno da reato, con funzione essenzialmente riparatoria e integralmente compensativa, essendo finalizzata al conseguimento del pieno ristoro a protezione dell'interesse particolare dell'Amministrazione stessa, mentre l'azione erariale esercitata dal Procuratore contabile innanzi alla Corte dei conti ha ad oggetto l'accertamento dell'inosservanza dei doveri inerenti al rapporto di servizio, con funzione di tutela dell'interesse generale al buon andamento della Pubblica Amministrazione e al corretto impiego delle risorse pubbliche; sicché l'avvio di entrambe le azioni per i medesimi fatti non integra una violazione del principio del ne bis in idem, fermo restando il divieto di duplicazioni risarcitorie (fattispecie riguardante l'illecita appropriazione, da parte di un consigliere regionale, di contributi pubblici erogati al gruppo di appartenenza). ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: Corte dei conti, sez. I centr. app., sent. n. 22/2021; sez. II centr. app., sent. n. 561/2018; s.g. Lazio, sent. n. 443/2021.
Corte dei conti, sezione II centrale d'appello, 21 maggio 2025, n. 116
Processo amministrativo: nel giudizio elettorale i motivi aggiunti possono solo precisare le censure già formulate col ricorso introduttivo
Nel giudizio elettorale sono ammissibili solo i motivi aggiunti che costituiscano puntualizzazione o svolgimento delle censure già formulate col ricorso introduttivo, e non anche quelli mediante i quali si deducano vizi ulteriori del procedimento emersi a seguito delle verifiche istruttorie disposte dal giudice in relazione a tali censure. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, sez. II, sentt. nn. 1144/2023 e 984/2022; CGARS, sent. n. 668/2023.
Consiglio di Stato, sezione V, 27 maggio 2025, n. 4585
Edilizia: il silenzio-assenso si forma anche quando l'attività oggetto del provvedimento richiesto non è conforme alle norme
Ove ne sussistano i requisiti formali, il meccanismo del silenzio-assenso in materia edilizia opera anche qualora l'attività oggetto del provvedimento richiesto non sia conforme alle norme; e lo stesso vale nel caso di denuncia di inizio attività (DIA) o di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). ► V. anche, in questa Rivista, con orientamenti diversi: CdS, sez. IV, sent. n. 8943/2022; sez. VI, sentt. nn. 5746 e 5146/2022; sez. VII, sent. n. 5301/2023; CGARS, sent. n. 58/2025; TAR Friuli-Venezia Giulia, sent. n. 319/2023; TAR Lazio, sez. II stralcio, sent. n. 13318/2023; TAR Lombardia, sez. II, sent. n. 2606/2023.
Consiglio di Stato, sezione VI, 26 maggio 2025, n. 4561
Espropriazione per pubblica utilità: il provvedimento di acquisizione sanante compete al Consiglio comunale
Ai sensi dell'art. 42, comma 2, lett. l), del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 («Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali»), l'adozione del provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità»), appartiene alla competenza del Consiglio comunale (nel caso di specie, detto provvedimento era stato assunto dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale). ► V. anche TAR Basilicata, sent. n. 492/2021, e TAR Campania, Salerno, sez. II, sent. n. 1205/2019, entrambe in questa Rivista.
Consiglio di Stato, sezione IV, 23 maggio 2025, n. 4504
Appalti pubblici: se il certificato di taratura richiesto dalla lex specialis non può essere prodotto entro la scadenza ivi stabilita perché allegato alla merce da consegnare, l'operatore economico può sostituirlo con un mezzo di prova equivalente
In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, ai sensi dell'art. 105, comma 1, e dell'allegato II.8, paragrafo I, comma 3, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), le stazioni appaltanti devono accettare mezzi di prova equivalenti a quelli indicati nei primi due commi di detto paragrafo, «ivi compresa una documentazione tecnica del fabbricante, se l'operatore economico interessato non aveva accesso ai certificati o alle relazioni di prova, o non poteva ottenerli entro i termini richiesti, purché il mancato accesso non sia imputabile all'operatore economico interessato e purché questi dimostri che i lavori, le forniture o i servizi prestati soddisfano i requisiti o i criteri stabiliti nelle specifiche tecniche, i criteri di aggiudicazione o le condizioni relative all'esecuzione dell'appalto» (fattispecie riguardante un certificato di taratura).
Consiglio di Stato, sezione V, 22 maggio 2025, n. 4414
Trasporto aereo internazionale: in caso di ritardo nel trasporto dei bagagli, si può presentare reclamo anche prima della loro consegna
L'art. 31, § 2, seconda frase, della convenzione per l'unificazione di alcune norme relative al trasporto aereo internazionale, conclusa a Montreal il 28 maggio 1999, firmata dalla Comunità europea il 9 dicembre 1999 e approvata a nome di quest'ultima con la decisione 2001/539/CE del Consiglio, del 5 aprile 2001, dev'essere interpretato nel senso che un reclamo dovuto a un ritardo nel trasporto di bagagli può essere effettuato prima della data in cui i bagagli di cui trattasi sono stati messi a disposizione del loro destinatario.
Corte di giustizia UE, ottava sezione, 5 giugno 2025
Appalti pubblici: i chiarimenti del TAR Lazio sulla nullità del subappalto nel caso di contratto ad alta intensità di manodopera (art. 119, comma 1, d.lgs. 36/2023)
In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, ai sensi degli artt. 119, comma 1, terzo periodo, e 2, comma 1, lett. e), all. I.1, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), affinché un contratto possa essere qualificato «ad alta intensità di manodopera» (labour intensive), con conseguente nullità dell’accordo col quale l'aggiudicatario ne affidi a terzi la prevalente esecuzione, è necessario che, alla luce degli atti di gara, il costo della manodopera abbia un'incidenza pari o superiore al 50% dell'importo totale stimato dell'appalto.
TAR Lazio, sezione III-ter, 23 maggio 2025, n. 9944
Appalti pubblici: sul rilascio del certificato di esecuzione dei lavori decide il giudice ordinario
In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti il rilascio, da parte della stazione appaltante, del certificato di esecuzione dei lavori (CEL), trattandosi di atto riconducibile a un rapporto di natura privatistica. ► V. anche TAR Lazio, sez. II-ter, sent. n. 14677/2023, in questa Rivista.
TAR Lombardia, sezione IV, 22 maggio 2025, n. 1795
Processo amministrativo: inammissibile il ricorso dell'avvocato contro il parere di congruità reso dal consiglio dell'ordine
È inammissibile, per difetto di interesse alla decisione [art. 35, comma 1, lett. b), c.p.a.], il ricorso proposto da un professionista (nel caso di specie, un avvocato) avverso il parere del collegio o dell'ordine professionale di appartenenza circa la congruità della parcella, trattandosi di atto rilevante ai soli fini della formazione della prova scritta necessaria all'ottenimento di un decreto ingiuntivo da parte del giudice ordinario e ricevendo esso professionista piena tutela nell'ambito dell'eventuale giudizio di opposizione a tale decreto.
TAR Piemonte, sezione III, 21 maggio 2025, n. 847
Espropriazione per pubblica utilità: sulla retrocessione totale del bene espropriato decide il giudice ordinario
Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti la retrocessione totale dei beni espropriati prevista dall'art. 46 del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 [«Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità. (Testo A)»], configurandosi nella specie posizioni giuridiche di diritto soggettivo.
TAR Campania, sezione VII, 20 maggio 2025, n. 3879
Immigrazione: il cittadino extracomunitario che entra illegalmente in Italia insieme con minori di cui è affidatario non può essere punito per favoreggiamento dell'ingresso illegale
L'art. 1, § 1, lett. a), della direttiva 2002/90/CE del Consiglio, del 28 novembre 2002, volta a definire il favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali, letto alla luce degli artt. 7 e 24 nonché 52, § 1, CDFUE, dev'essere interpretato nel senso che, da un lato, non rientra nei comportamenti illeciti di favoreggiamento dell'ingresso illegale la condotta di una persona che, in violazione del regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone, fa entrare nel territorio di uno Stato membro minori cittadini di paesi terzi che l'accompagnano e di cui è effettivamente affidataria e, dall'altro lato, che tali articoli ostano una normativa nazionale che sanziona penalmente una siffatta condotta (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale di Bologna).
Corte di giustizia UE, grande sezione, 3 giugno 2025
Ordinamento penitenziario: è incostituzionale l'art. 30-bis, comma 3, l. 354/1975, là dove prevede che il reclamo contro i provvedimenti sui permessi "di necessità" (art. 30) va proposto dal detenuto entro ventiquattro ore
È incostituzionale - per violazione dell'art. 24 Cost. - l'art. 30-bis, comma 3, della l. 26 luglio 1975, n. 354 («Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà»), là dove prevede che il provvedimento sui permessi di cui all'art. 30 (cosiddetti di necessità) è soggetto a reclamo, da parte del detenuto, entro ventiquattro ore, anziché entro quindici giorni, dalla comunicazione.
Corte costituzionale, 3 giugno 2025, n. 78
Responsabilità amministrativa: lo svolgimento da parte del pubblico dipendente di un'attività assolutamente vietata dalla legge (come quella di impresa) non integra di per sé danno erariale
In tema di responsabilità amministrativa, lo svolgimento, da parte del pubblico dipendente, di un'attività vietata in modo assoluto dalla legge non integra di per sé danno erariale, dovendo il pubblico ministero provare che esso dipendente ha sottratto energie lavorative all'amministrazione di appartenenza e, quindi, non ha svolto puntualmente e proficuamente la sua prestazione, con conseguente alterazione del sinallagma contrattuale [fattispecie riguardante un poliziotto che aveva esercitato attività di impresa, in violazione degli artt. 60 del d.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 («Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato»), e 50 del d.P.R. 24 aprile 1982, n. 335 («Ordinamento del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia»)].
Corte dei conti, sezione III centrale d'appello, 8 maggio 2025, n. 66
Appalti pubblici: non è incostituzionale l'art. 108, comma 12, d.lgs. 36/2023, là dove prevede l'invarianza della soglia di anomalia delle offerte solo dopo l'aggiudicazione anche nel caso di gara con inversione procedimentale
Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal TAR Campania in riferimento agli artt. 3, 41 e 97 Cost. - dell'art. 108, comma 12, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), là dove prevede l'invarianza della soglia di anomalia delle offerte solo dopo il provvedimento di aggiudicazione anche nel caso di gara con inversione procedimentale.
Corte costituzionale, 30 maggio 2025, n. 77
Sanità: è incostituzionale l'art. 35 della l. 833/1978, che disciplina il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera
È incostituzionale - per violazione degli artt. 13, 24, 32 e 111 Cost. - l'art. 35 della l. 23 dicembre 1978, n. 833 («Istituzione del servizio sanitario nazionale»), là dove non prevede che: 1) il provvedimento col quale il sindaco dispone il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera dev'essere comunicato alla persona interessata o al suo legale rappresentante, ove esistente (anche nel caso di protrazione del trattamento stesso); 2) la persona interessata dev'essere sentita dal giudice tutelare prima della convalida del provvedimento; 3) il decreto di convalida dev'essere notificato alla persona interessata o al suo legale rappresentante, ove esistente.
Corte costituzionale, 30 maggio 2025, n. 76
Immigrazione: la polizia di frontiera non può annullare i visti d'ingresso rilasciati dalle autorità consolari italiane
In tema di immigrazione, non rientra nei poteri della polizia di frontiera l'annullamento dei visti d'ingresso rilasciati dalle autorità consolari italiane.
Consiglio di Stato, sezione III, 21 maggio 2025, n. 4346
Enti locali: la risalenza nel tempo della situazione di pericolo cui l'ordinanza contingibile e urgente emanata dal sindaco intende porre rimedio non comporta ex se l'illegittimità del provvedimento
In tema di ordinanze contingibili e urgenti: 1) l'ordinanza sindacale che imponga di risolvere una situazione di degrado tale da poter arrecare pregiudizio alla pubblica incolumità riveste carattere non già sanzionatorio, ma meramente ripristinatorio, onde può essere rivolta al soggetto che abbia la concreta disponibilità dei luoghi, pur qualora non sia il proprietario di questi o il responsabile della situazione di degrado; 2) ai fini del legittimo esercizio del potere sindacale, ciò che rileva è l'attualità della situazione di pericolo al momento dell'adozione dell'ordinanza e l'idoneità di questa a porvi rimedio, mentre il fatto che detta situazione sia risalente nel tempo non comporta ex se l'illegittimità del provvedimento. ► V. anche CdS, sez. II, sent. n. 5150/2019, in questa Rivista.
Consiglio di Stato, sezione V, 20 maggio 2025, n. 4335