Commercio elettronico: anche una particolare modalità di pagamento online può costituire una «offerta promozionale» ai sensi dell'art. 6, lett. c), direttiva 2000/31/CE

L'art. 6, lett. c), della direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno («direttiva sul commercio elettronico»), dev'essere interpretato nel senso che rientra nella nozione di «offerta promozionale», ai sensi di tale disposizione, un messaggio pubblicitario contenuto sul sito Internet di un'impresa attiva nel commercio online e che menziona una particolare modalità di pagamento, purché quest'ultima procuri al destinatario di tale messaggio un vantaggio oggettivo, certo e idoneo ad influenzare il suo comportamento nella scelta di un bene o di un servizio.

Corte di giustizia UE, seconda sezione, 15 maggio 2025

Elezioni: è incostituzionale la legge della Campania che prevede la rieleggibilità del Presidente della Giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi

È incostituzionale - per violazione dell'art. 122, primo comma, Cost., in relazione all'art. 2, comma 1, lett. f), della l. 2 luglio 2004, n. 165 («Disposizioni di attuazione dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione») - la legge della Regione Campania (n. 16/2024) che consente al Presidente della Giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi di essere rieletto alle prossime consultazioni regionali.

Corte costituzionale, 15 maggio 2025, n. 64

Accesso agli atti UE: il Tribunale di Lussemburgo annulla la decisione della Commissione che nega a una giornalista l'accesso ai messaggi di testo fra la presidente von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer sui vaccini contro la COVID-19

Il Tribunale dell'Unione europea ha annullato la decisione C(2022) 8371 final della Commissione europea, del 15 novembre 2022, adottata ai sensi dell'art. 4 delle disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, con la quale è stato negato a una giornalista del New York Times l'accesso ai messaggi di testo scambiati, dal 1° gennaio 2021 all'11 maggio 2022, fra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l'amministratore delegato dell'impresa farmaceutica Pfizer, sull'acquisto di vaccini nel contesto della pandemia da COVID-19.

Tribunale UE, grande sezione, 14 maggio 2025

Processo amministrativo: il ricorso contro il silenzio della P.A. è esperibile solo a tutela di interessi legittimi

In tema di processo amministrativo, il ricorso contro il silenzio serbato dalla Pubblica Amministrazione (artt. 31 e 117 c.p.a.) può essere proposto solo a tutela di posizioni giuridiche di interesse legittimo, implicanti l'esercizio in via autoritativa di una potestà pubblica, e non anche ove si faccia valere un diritto soggettivo. ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: CdS, sez. II, sent. n. 9049/2022; sez. III, sent. n. 4217/2018; sez. V, sent. n. 3455/2021; sez. VII, sent. n. 8906/2023; TAR Basilicata, sentt. nn. 97/2025 e 397/2024; TAR Campania, sez. V, sent. n. 2206/2020; sez. IV, sent. n. 1077/2019; TAR Lazio, sez. I, sent. n. 9343/2020; TAR Piemonte, sez. I, sent. n. 84/2022; TAR Sicilia, sez. II, sent. n. 2483/2024.

TAR Campania, Salerno, sezione I, 9 maggio 2025, n. 841

Appalti pubblici: il principio di rotazione è derogabile solo nelle procedure negoziate senza bando, e non anche negli affidamenti diretti

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, la deroga al principio di rotazione prevista dall'art. 49, comma 5, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), si applica soltanto alle procedure negoziate senza bando, e non anche agli affidamenti diretti, di cui all'art. 50, comma 1, rispettivamente lett. c), d) ed e) e lett. a) e b), d.lgs. cit.

TAR Campania, sezione I, 8 maggio 2025, n. 3671

Appalti pubblici: il principio di tassatività delle cause di esclusione non vale per i requisiti di partecipazione alla gara

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, il principio di tassatività delle cause di esclusione non opera riguardo ai requisiti di partecipazione alla gara stabiliti dall'Amministrazione nell'esercizio del proprio potere discrezionale.

TAR Toscana, sezione I, 7 maggio 2025, n. 827

Finanziamenti pubblici: sulla revoca del contributo per inadempimento del percettore decide il giudice ordinario

Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario la controversia riguardante la revoca di un finanziamento pubblico disposta in ragione dell'inosservanza, da parte del beneficiario, degli obblighi derivanti dalla concessione del contributo, configurandosi nella specie una posizione giuridica di diritto soggettivo. ► V. anche, in questa Rivista: Cass. civ., sez. un., ord. n. 19966/2023 e sent. n. 25211/2015; CdS, sez. II, sent. n. 901/2021; sez. III, sent. n. 1251/2021; sez. VI, sentt. nn. 361/2025 e 353/2021; CGARS, sent. n. 1000/2022; TAR Emilia-Romagna, sez. I, sent. n. 395/2018; TAR Friuli-Venezia Giulia, sent. n. 186/2024; TAR Lazio, sez. V-ter, sent. n. 15487/2023; TAR Marche, sent. n. 175/2020.

TAR Lazio, sezione IV-bis, 6 maggio 2025, n. 8693

Appalti pubblici: la soglia di 150.000 euro prevista dall'art. 28, comma 1, dell'allegato II.12 al d.lgs. 36/2023 si riferisce alle singole categorie scorporabili dell'appalto di lavori

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, la soglia di 150.000 euro prevista dall'art. 28, comma 1, dell'allegato II.12 al d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), è da intendersi riferita alle singole categorie scorporabili - e non all'intero valore - dell'appalto di lavori.

TAR Lazio, sezione V-ter, 5 maggio 2025, n. 8585

Accesso ai documenti amministrativi: l'istanza ostensiva non può richiedere la raccolta o l'elaborazione di dati

In tema di accesso ai documenti amministrativi ex lege 7 agosto 1990, n. 241 («Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»), l'istanza ostensiva deve riguardare una documentazione già esistente, mentre non può imporre il confezionamento di una documentazione nuova attraverso la raccolta o l'elaborazione di dati. ► V. anche, in questa Rivista: CdS, ad. plen., sent. n. 10/2020, e sez. VII, sent. n. 1761/2025; TAR Lazio, sez. II, sent. n. 2955/2020, e sez. II-bis, sent. n. 10660/2020; TAR Sicilia, sez. I, sent. n. 2680/2023; TRGA Trentino-Alto Adige, Bolzano, sent. n. 59/2025.

Consiglio di Stato, sezione VI, 5 maggio 2025, n. 3774

Processo amministrativo: ricorso per revocazione inammissibile se il lamentato errore fattuale del giudice non consiste in un "abbaglio dei sensi"

In tema di processo amministrativo, l'errore di fatto idoneo a costituire il vizio revocatorio previsto dall'art. 395, comma 1, n. 4), c.p.c. deve: 1) consistere in un'errata percezione del fatto, in una svista di carattere materiale, oggettivamente e immediatamente rilevabile e tale da aver indotto il giudice a supporre l'esistenza di un fatto la cui verità era esclusa in modo incontrovertibile, oppure a considerare inesistente un fatto accertato in modo parimenti indiscutibile; 2) essere decisivo, nel senso che, se non vi fosse stato, la decisione sarebbe stata diversa; 3) non riguardare un punto controverso sul quale la Corte si sia pronunciata; 4) presentare i caratteri dell'evidenza e dell'obiettività, sì da non richiedere, per essere apprezzato, lo sviluppo di argomentazioni induttive e di indagini ermeneutiche; 5) non consistere in un vizio di assunzione del fatto, né in un errore nella scelta del criterio di valutazione del fatto medesimo. ► V. anche, in questa Rivista, ex plurimis: CdS, sez. II, sentt. nn. 9893/2023 e 741/2023; sez. III, sent. n. 8053/2024; sez. IV, sent. n. 3089/2021; sez. VI, sent. n. 3306/2020; CGARS, sentt. nn. 414/2024 e 807/2021.

Consiglio di Stato, sezione V, 2 maggio 2025, n. 3734

Processo amministrativo: il giudice amministrativo ha giurisdizione sull'istanza di accesso agli atti ex art. 116, comma 2, c.p.a. anche se questa è connessa a una controversia devoluta alla cognizione del giudice ordinario

In tema di processo amministrativo, l'istanza di accesso agli atti ex art. 116, comma 2, c.p.a., sebbene proposta in via incidentale nel giudizio principale con funzione servente rispetto all'azione ivi spiegata, costituisce una domanda autonoma, e non già un'istanza istruttoria, dando così luogo a un distinto rapporto processuale, in quanto incidente su situazioni giuridiche diverse da quelle oggetto del predetto giudizio; onde non osta alla giurisdizione del giudice amministrativo su tale domanda il fatto che questa sia connessa a una controversia (nel caso di specie, in materia di pubblico impiego contrattualizzato) devoluta alla cognizione del giudice ordinario.

Consiglio di Stato, sezione III, 29 aprile 2025, n. 3638

Edilizia e urbanistica: l'ordinanza di demolizione dell'immobile abusivo va notificata a tutti i comproprietari

In tema di edilizia e urbanistica, l'omessa notificazione dell'ordinanza di demolizione dell'immobile abusivo anche a uno solo dei comproprietari determina l'illegittimità del successivo provvedimento di accertamento dell'inottemperanza e della conseguente acquisizione gratuita al patrimonio comunale. ► V. anche CdS, ad. plen., sent. n. 9/2017, e sez. VI, sent. n. 2772/2022, entrambe in questa Rivista.

CGA Regione Siciliana, 1° aprile 2025, n. 215

Finanziamenti pubblici: sulle sovvenzioni riconosciute direttamente dalla legge decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti sovvenzioni pubbliche riconosciute direttamente dalla legge, senza che l'Amministrazione goda di alcun margine di apprezzamento discrezionale circa l'an, il quid e il quomodo dell'erogazione.

Corte di cassazione, sezioni unite civili, 1° maggio 2025, n. 11489

Lavoro: la reperibilità notturna del lavoratore rientra nell'orario di lavoro e dev'essere adeguatamente retribuita

In tema di lavoro: 1) in base al diritto dell'Unione europea, come interpretato dalla Corte di giustizia e come attuato nella normativa italiana, la definizione di "orario di lavoro" va intesa in opposizione a quella di "riposo", con reciproca esclusione delle due nozioni; 2) il turno di pernottamento che il lavoratore è tenuto a svolgere presso il luogo di lavoro, anche se in condizione di inattività, dev'essere considerato orario di lavoro e, perciò, adeguatamente retribuito, giusta i criteri di proporzionalità e sufficienza ex art. 36 Cost.

Corte di cassazione, sezione lavoro, 23 aprile 2025, n. 10653

Previdenza: i contributi previdenziali datoriali sulle retribuzioni degli operai agricoli a tempo determinato non possono essere calcolati solo in funzione delle ore di lavoro effettivamente svolte

La clausola 4, punto 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, dev'essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale, come interpretata da un giudice nazionale supremo, in forza della quale i contributi previdenziali dovuti da datori di lavoro, che impiegano operai agricoli a tempo determinato, al fine di finanziare prestazioni di un regime professionale di sicurezza sociale, sono calcolati in funzione delle retribuzioni versate a tali operai per le ore di lavoro giornaliere che essi hanno effettivamente svolto, mentre i contributi previdenziali dovuti dai datori di lavoro che impiegano operai agricoli a tempo indeterminato sono calcolati sulla base di una retribuzione stabilita per un orario di lavoro giornaliero forfettario, come fissato dal diritto nazionale, a prescindere dalle ore effettivamente prestate (domande di pronuncia pregiudiziale proposte dalla Corte d'appello di Firenze).

Corte di giustizia UE, decima sezione, 8 maggio 2025

Concorrenza: il confronto online di prodotti o servizi di un'impresa da parte di un'altra che non li offre anch'essa non è pubblicità comparativa

L'art. 2, lett. c), della direttiva 2006/114/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, concernente la pubblicità ingannevole e comparativa, va interpretato nel senso che non rientra nella nozione di «pubblicità comparativa», di cui a tale disposizione, il servizio di comparazione online di prodotti o servizi forniti da un'impresa che non è un «concorrente» ai sensi di detta disposizione, vale a dire che non offre essa stessa i prodotti o i servizi che confronta e che opera, di conseguenza, su un mercato di prodotti o di servizi distinti. Lo stesso vale quando tale impresa agisce in qualità di intermediario e consente ai consumatori di concludere contratti con imprese che propongono i prodotti o i servizi interessati, senza operare essa stessa sul mercato di tali prodotti o servizi.

Corte di giustizia UE, nona sezione, 8 maggio 2025

Concorrenza: se un fornitore ha attribuito un territorio esclusivo a uno dei suoi acquirenti, il fatto che gli altri acquirenti di tale fornitore non effettuano vendite attive in quel territorio non dimostra ex se l'esistenza di un accordo verticale

L'art. 4, lett. b), i), del regolamento (UE) n. 330/2010 della Commissione, del 20 aprile 2010, relativo all'applicazione dell'art. 101, § 3, TFUE a categorie di accordi verticali e pratiche concordate, dev'essere interpretato nel senso che: 1) qualora un fornitore abbia attribuito un territorio esclusivo a uno dei suoi acquirenti, la mera constatazione del fatto che gli altri acquirenti di tale fornitore non effettuano vendite attive in tale territorio non è sufficiente a dimostrare l'esistenza di un accordo tra detto fornitore e tali altri acquirenti riguardante il divieto di vendite attive in detto territorio, ai fini dell'applicazione di tale disposizione; 2) il beneficio dell'eccezione prevista da tale disposizione è concesso per il periodo per il quale è dimostrato che vi è l'assenso degli acquirenti del fornitore all'invito di quest'ultimo a non effettuare vendite attive nel territorio esclusivo attribuito a un altro acquirente.

Corte di giustizia UE, seconda sezione, 8 maggio 2025

Appalti pubblici: la legge di gara che non indica i CAM va impugnata immediatamente

In tema di procedure per l'affidamento di contratti pubblici, la legge di gara che, in violazione dell'art. 57, comma 2, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 («Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici»), sia priva dell'indicazione dei criteri ambientali minimi (CAM), non consentendo la formulazione di offerte congrue e consapevoli da parte dei concorrenti, dev'essere impugnata nel termine decadenziale di trenta giorni dalla pubblicazione.

Consiglio di Stato, sezione V, 24 aprile 2025, n. 3542

Processo amministrativo: i terzi non possono proporre reclamo avverso gli atti del commissario ad acta

In tema di processo amministrativo, è inammissibile il reclamo avverso gli atti del commissario ad acta esperito da soggetti che non siano stati parti del giudizio culminato nella sentenza ottemperanda, né abbiano proposto opposizione di terzo contro la stessa, dovendo essi impugnarli col rito ordinario (art. 114, comma 6, c.p.a.).

Consiglio di Stato, sezione V, 18 aprile 2025, n. 3408

Giurisdizione: sui contratti stipulati iure privatorum dai consorzi di bonifica decide il giudice ordinario

Appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie riguardanti contratti stipulati iure privatorum da consorzi di bonifica, non configurandosi poteri amministrativi idonei a incidere sul rapporto negoziale (fattispecie riguardante un contratto di locazione di un terreno di proprietà consortile).

Consiglio di Stato, sezione VII, 16 aprile 2025, n. 3317